Nel Cilento la piccola Stio diventa Città Slow

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Stio,  piccolo comune nel Parco del Cilento situato in provincia di Salerno, è entrato nella rete “Città Slow”, creata da Slow Food, che persegue l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura e l’economia dei  territori facilitando i cittadini e i turisti a usufruire pienamente delle città.

A un anno dalla richiesta presentata dall’amministrazione comunale il 15 dicembre 2017, a Orvieto, il comune di Stio ha ricevuto il diploma nel corso di una cerimonia ufficiale.

“Entrare a far parte della rete Cittaslow è un investimento per il futuro, una scelta consapevole che porta benefici sociali ed economici di lunga durata. Il buon vivere si raggiunge riscoprendo la propria identità, il territorio e la cultura”, tuonano con toni trionfalistici dalla cittadina che conta meno di 900 abitanti.  Stio, ambita meta turistica estiva, è impegnata già da un decennio nella tutela di ambiente e salute pubblica e a tal proposito ha organizzato convegni internazionali ospitando studiosi sui temi della nutrizione e del metabolismo. Avvalendosi di noto docenti universitari, consulenti, esperti di marketing, comunicazione e turismo, sta valorizzando le attività agricole, turistiche e artigianali. La rete Città Slow è stata fondata nel 1999 a Orvieto, per iniziativa dei sindaci di Greve in Chianti (Firenze), Orvieto (Terni), Positano (Salerno) e Bra (Cuneo) e da Slow Food. A guidare la rete di Città Slow International che comprende 242 città in 30 Stati, è Stefano Pisani, sindaco di Pollica (SA) rieletto a maggio in Australia.

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