Alla conferenza stampa del “Giubileo della Luce” organizzata dall’Anci si è fatto un gran parlare di mobilità sostenibile ma i grandi assenti sono le auto e i bus elettrici. Galletti ipotizza 5 milioni di auto a zero emissioni entro il 2040, Bianco vaneggia su aree verdi e passeggiate e Pepe considera anacronistica la posizione di un ministro che ha brillato per assenza
“Sono sempre i Comuni italiani, i destinatari delle azioni che abbiamo intrapreso in materia di mobilità sostenibile. La IV edizione della Conferenza nazionale sulla mobilità in programma in autunno a Catania sarà un’occasione per fare il punto su alcuni interventi come il Programma nazionale destinato al rinnovo del parco degli autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale e alla promozione e al miglioramento della qualità dell’aria con tecnologie innovative, istituito nel 2017 e dotato di un fondo complessivo di 3,7 miliardi di euro per la sostituzione dei bus”. Così parlò Galletti, ministro dell’ambiente degli ultimi due governi della Repubblica, quello Renzi prima e Gentiloni poi, a proposito della mobilità sostenibile nel corso del suo intervento al lancio del finanziamento di nuovi interventi dedicati al progetto ‘Giubileo della luce’, ieri 22 febbraio, nella sede dell’Anci a Roma.

Galletti si è anche auto complimentato per “il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, già avviato con 74 milioni di euro di progetti finanziati e un ulteriore stanziamento in arrivo di 20 milioni di euro”.
FareAmbienteNews, presente alla conferenza stampa congiunta tenuta dal ministro in questione con il presidente dell’Anci (Associazione Italiana Comuni Italiani) Enzo Bianco, sindaco di Catania, ha chiesto al ministro: “Visto che qui si parla di mobilità sostenibile, quali iniziative ha preso il governo di cui fa parte per incentivare l’uso delle auto elettriche visto che con appena 2mila auto di questo tipo immatricolate nel 2017 siamo il fanalino di coda dell’Ue?”
R. “Abbiamo fatto una politica ragionata, lo sviluppo dell’auto elettrica deve proseguire contestualmente allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, non avrebbe senso far camminare auto elettriche con energia prodotta da fonti fossili, l’auto elettrica non risolve i problemi dell’inquinamento. Le nostre previsioni sono che nel 2040 in Italia circoleranno 5 milioni di auto elettriche. È facile tirar giù dati come fanno gli altri Paesi europei, noi siamo realisti”.
In effetti questa cosiddetta politica ragionata, ha portato l’Italia, come ha affermato la rappresentante dell’ufficio stampa della Nissan Italia, prestigiosa casa giapponese leader mondiale di autovetture a trazione elettrica, ad avere circa 2mila auto immatricolate nel 2017 in Italia, e quindi – aggiungiamo – fanalino di coda non solo in ambito Ue. Basti pensare alla Norvegia che conta un parco auto elettriche pari al 15% del totale pur essendo uno dei maggiori Paesi produttori di petrolio del mondo.
Utilizzare auto a zero emissioni che utilizzano energia prodotta da fonti fossili non è affatto inutile, il ministro dovrebbe sapere che i motori elettrici hanno un rendimento molto superiore a quelli termici che funzionano a gasolio, benzina o gas, inoltre le centrali a fonti fossili emetterebbero scarichi lontani da agglomerati urbani. In poche parole in attesa delle cosiddette fonti rinnovabili, avere città con un alto numero di auto che non emettono gas di scarico porterebbe sicuramente a un grande miglioramento della qualità dell’aria e ad una diminuzione delle malattie respiratorie.
Anche riguardo ai mezzi pubblici, durante la conferenza, è stato tanto decantato l’ammodernamento del parco mezzi, ma per lo più si è sempre trattato di macchine a gasolio, poco si è fatto per incentivare i mezzi elettrici le cui strutture, specie per quelli su gomma, hanno costi molto contenuti. Basti pensare alle linee aeree che alimentano i filobus. Gli autoelogi tema di mobilità sostenibile appaiono quindi assolutamente fuori luogo e frutto più di uno sponsor elettorale che di reali risultati conseguiti.
“Quello del traffico – afferma invece Enzo Bianco – è uno dei più sentiti problemi per gli abitanti delle nostre città e in particolare di quelle metropolitane. La Conferenza Nazionale sulla Mobilità sostenibile, che si svolgerà anche quest’anno a Catania, sarà l’occasione non soltanto per fare il punto sulle tecnologie e sugli strumenti di legge a nostra disposizione, ma soprattutto per individuare soluzioni che possano un mutamento di mentalità e di stile di vita nei cittadini. Dobbiamo lavorare per rendere gli spazi urbani sempre più a misura d’uomo, puntando sul verde e sulle passeggiate, che migliorano la nostra salute”.
Anche il presidente Anci non sembra rendersi bene conto, così dicendo, delle esigenze di mobilità dei cittadini, passeggiate ed aree verdi non aiutano certo le famiglie, magari con bambini o anziani, che abitano in posti mal serviti dai mezzi pubblici, in grandi città o in aree periferiche a spostarsi in maniera agevole. Bisognerebbe piuttosto puntare a migliorare la qualità dell’aria utilizzando mezzi, sia pubblici che privati, a zero emissioni.

Quello del parallelismo tra la diffusione dell’auto elettrica e l’incremento di produzione energetica da fonti rinnovabili, sembra piuttosto una scusa. La rete elettrica italiana infatti, non sarebbe in grado di reggere un aumento di potenza tale da alimentare un consistente parco auto e sostituire quindi l’elettricità al petrolio per l’autotrazione. E mentre dal ministero di via Cristoforo Colombo si continua a snocciolare dati spesso incomprensibili, la qualità dell’aria delle nostre città peggiora costantemente, tanto che l’Italia rischia pesanti multe dall’Ue per tale motivo e sempre più spesso si è costretti ai blocchi del traffico a causa dell’aumento di PM10 con il sindaco di turno, che avendo tanto a cuore l’ambiente, non trova di meglio che decretare blocchi del traffico, e impedire alle auto più vecchie di circolare, penalizzando così le classi meno abbienti.
Anche il presidente di FareAmbiente, Vincenzo Pepe ha preso posizione contro questo tipo di politica definendo “anacronistica la posizione di Galletti che durante il suo mandato non ha certo brillato per la sua presenza e per la sua incisività”.
