Sono stati definiti Sovranisti, ma gli esponenti della lista Pluralismo e Libertà rappresentano diverse sensibilità e hanno saputo in pochi giorni organizzarsi e creare un’alternativa, seppur minoritaria, all’interno di un sindacato ove la presenza di una sola lista suscitava più di un interrogativo circa una vera democrazia interna. Ispirata dall’associazione Lettera 22 è riuscita a ottenere il 15% delle preferenze nonostante fosse nata pochi giorni prima.
Il fronte del politicamente corretto si incrina nell’Usigrai, l’unione sindacale dei giornalisti Rai. Il successo ottenuto martedì 5 giugno dalla lista “Pluralismo e Libertà” guidata da Giuseppe Malara, redattore del TG1, alle elezioni delle liste nazionali per la scelta dei delegati al XV congresso dell’Usigrai che si terrà a Bologna tra il 18 e il 21 giugno prossimi, sancisce la fine di un monopolio di pensiero all’interno del sindacato dei giornalisti dell’azienda radiotelevisiva italiana. Con 194 preferenze su 1345 votanti Pluralismo e Libertà ha raggiunto il 15% dei consensi che hanno determinato l’elezione di Giuseppe Malara, primo con 150 voti, di Maria Antonietta Spadorcia del TG2 ed Elisa Billato del TGR Veneto. Il listone unico ha invece ottenuto 1094 voti e 17 delegati. Lo spoglio si è tenuto presso la sede romana Rai di Saxa Rubra.
Da evidenziare il risultato delle regionali in Sardegna dove Incoronata Boccia è riuscita a farsi eleggere delegata di testata conseguendo anche un gran numero di voti nella lista nazionale. Il risultato è davvero eccezionale considerando che la lista è nata in pochi giorni e ispirata dall’associazione di giornalisti “Lettera 22”. Buon risultato anche per quanto riguarda i delegati di testata, 3 su otto solo al TG1. Definiti lista del cambiamento o “Sovranisti”, come se voler esercitare la sovranità nazionale espressione del popolo fosse un orribile delitto, lo schieramento “è stato osteggiato, guardato con sospetto come se noi avessimo compiuto un delitto di lesa maestà”, ha dichiarato il capogruppo Giuseppe Malara.

“In politica come in economia così come nel mondo sindacale è indispensabile che siano rappresentate tutte le sensibilità culturali presenti”. “Pluralismo e Libertà” è l’emblema del fatto che ciò vale anche per la Rai – continua Malara – dove per troppi anni il mainstream del pensiero unico ha dominato rendendo inaccessibili gli spazi di informazione a chi la pensa in modo differente”. “Noi da oggi lotteremo per una Rai che sia sempre più meritocratica e slegata dai caminetti politici”. “Dovrebbero ringraziarci invece – continua – perché pluralismo e democrazia dovrebbero costituire valori fondamentali per tutti”. “Punteremo a difendere i valori di un giornalismo indipendente, non schierato e non condizionato dalla dittatura del politicamente corretto, siamo gli anti mainstream pronti a difendere la libertà di espressione secondo i valori della costituzione repubblicana”. “Gli ultimi anni sono stati una pagina discutibile per il servizio pubblico italiano”. “C’è la partita decisiva del contratto integrativo ove bisogna impedire la dequalificazione professionale dei giornalisti Rai”. Ha concluso Malara. “Siamo felici perché ciò testimonia l’inizio di una stagione nuova nella Rai all’insegna del pluralismo anche nei confronti delle associazioni ambientaliste, molte volte negato a coloro che hanno posizioni lontane da quello del salotto storico dell’ambientalismo italiano che invece ha sempre avuto massimo risalto mediatico dal servizio pubblico televisivo”, ha commentato Vincenzo Pepe presidente nazionale di FareAmbiente.
