Agli italiani piace mangiare nostrano. Se per le auto per altri prodotti industriali non esiste alcuna sensibilità “patriottica”, per il cibo invece pare proprio che la produzione nazionale sia Condicio sine qua non. Sarà per la grande qualità dei prodotti, sarà per la sicurezza alimentare, visto che il Belpae se vanta sicuramente il sistema di controlli più severo al mondo ma, se gli alimenti non sono “made in Italy”, i nostri concittadini storcono il naso. E questo sia per quanto riguarda i prodotti alimentari che necessitano di lavorazione industriale tipo formaggi, pasta o vini sia per quel che riguarda prodotti agricoli. Ecco uno dei principali motivi per cui i dirigenti di Coldiretti, che hanno preso parte al tavolo agrumicolo convocato al Ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) dal titolare Maurizio Martina ieri giovedì 11 gennaio, hanno chiesto con forza di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta alle aranciate e a tutti i succhi di frutta per impedire di spacciare, come Made in Italy, succhi importati da altri Paesi.
