Savona: FareAmbiente interviene per appurare i danni ambientali provocati dall’incendio alla discarica

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FareAmbiente Savona è intervenuta per accertare le conseguenze dell’incendio scoppiato lo scorso 7 gennaio nei capannoni dell’azienda Fg Riciclaggi di Cairo Montenotte (SV).          La neo coordinatrice provinciale Maria Teresa Bergamaschi, ha monitorato in questi giorni la situazione relativa all’incendio al deposito di Cairo Montenotte.                                Dopo aver sentito telefonicamente i responsabili dell’Arpal Liguria a Genova si prendeva atto che i campioni prelevati dagli strumenti posizionati nelle aree di massima ricaduta sembra che l’incendio al cumulo dei rifiuti non abbia arrecato grossi danni alla qualità dell’aria  grazie anche alla tempestiva ed efficace azione dei vigili del fuoco ed al fatto che siano caduti su Cairo 86 millimetri di pioggia che hanno sicuramente contribuito a contenere i danni.                                                                                                        La valutazione dei dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria di Cairo Montenotte invece, conferma anche nei giorni successivi all’incendio un andamento analogo a quello dei giorni scorsi, ossia di livelli degli inquinanti osservati generalmente in diminuzione rispetto ai giorni precedenti all’incendio, e comunque sempre al di sotto dei valori limite.

Maria Teresa Bergamaschi (nella foto sopra) ha appurato anche che nel frattempo sono stati effettuati campionamenti delle acque nel bacino della diga di Bragno, e sono già stati sostituiti i primi filtri installati ieri nei campionatori di particolato. Tali campioni prelevati sono in viaggio verso il laboratorio di Genova, dove è presente la massa magnetica, lo strumento necessario per le analisi alla ricerca della diossina. Le prime risultanze di queste analisi più approfondite.                                                                    La Bergamaschi è intervenuta inoltre sull’incidente avvenuto sempre a Cairo (SV) che ha visto coinvolti un centinaio di allievi della Scuola di polizia penitenziaria che hanno accusato problemi gastrointestinali. “È necessario valutare ogni ipotesi possibile, attualmente quella più plausibile appare quella di una contaminazione batterica dell’acqua potabile contenuta nelle cisterne che alimentano i rubinetti nella scuola. Si attende l’intervento dell’asl al fine di verificare le cause e si terrà monitorato anche da fare ambiente la situazione affinché emerga al più presto con certezza il motivo dell’accaduto”.

 

 

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